L'MTC di questo mese lo stavo aspettando al varco :) Ho sempre pensato che prima o poi la sfida si sarebbe allargata fino a sconfinare. E io non potevo che essere felice di questo sconfinamento, perché tocca quella che è la mia passione più grande: la lettura. La letteratura, la parola scritta, sono parte essenziale di me. In fondo io ci lavoro con le parole! Anche se ammetto che troppo spesso le parole più importanti si fermano in gola, o su un foglio di carta...
Alessandra e Francy ci hanno chiesto di lasciarci guidare da un'ispirazione, un'associazione ed io voglio raccontarvi la mia.
Ero in macchina, di ritorno dal lavoro. Mentre ero ferma al semaforo, ho visto cadere delle splendide foglie autunnali davanti a me. Rosse, arancioni... una meraviglia! Ho pensato che i colori autunnali qui in Germania sono toccanti, vivi, pulsanti, ma... non riesco a sentirne l'odore, il profumo. E subito si è insinuato un pensiero, che subito si è trasformato in un profumo: l'odore della pioggia in pineta. Un odore che mi porto dentro da sempre, da bambina. Ricordo me stessa bambina, in spiaggia, colta all'improvviso da un temporale estivo. E ricordo che adoravo l'odore che si sprigionava dalla pineta di fronte alla spiaggia. Un odore di pioggia, di pini, di acqua salmastra. Un odore pungente che per me è un sapore. Sono due gli odori che io riesco a percepire distintamente nei momenti di nostalgia di casa: il profumo di bambina della mia nipotina più piccola e l'odore della pineta durante la pioggia. In questi attimi in cui mi sono ritrovata a passare dall'autunno tedesco alla mia pineta, si è fatta strada un'altra associazione: pensare alla pineta e pensare a "La pioggia nel pineto" è stato immediato, scontato direi, E passare da D'Annunzio al parrozzo è stato l'inevitabile passo successivo, soprattutto ora che manca appena un mese al Natale. Il parrozzo è un dolce abruzzese preparato per Natale. è stata una delle prime cose che ho imparato a cucinare quando mi è nata la curiosità per la cucina. Mi è stato insegnato da una persona speciale, che mi ha regalato la sua ricetta perfetta. Talmente perfetta che a Natale tutti mi chiedevano il mio parrozzo. E D'Annunzio fu tra i primi a provare il parrozzo, prodotto dal suo amico Luigi D'Amico (marchio ufficiale del parrozzo, tuttora in vendita). Ne rimase così entusiasta da comporre un madrigale
È tante ‘bbone stu parrozze nove che pare na pazzie de San Ciattè, c’avesse messe a su gran forne tè la terre lavorata da lu bbove, la terre grasse e lustre che se coce… e che dovente a poche a poche chiù doce de qualunque cosa doce…”
Rimasto solo al Vittoriale, scrivee:
“E’ finita la vigilia. Forse a quest’ora tutta la gente è in gozzoviglia. Io sono digiuno da 48 ore. Vado a cercare un parrozzetto. Lo apro, lo mangio. Assaporo in esso, sotto la specie dell’amarezza, il Natale d’Infanzia”
Per D'Annunzio il parrozzo diventa l'odore, il sapore di casa, di Natale. Per me è esattamente lo stesso.
Preciso che io non sono un'appassionate del Vate, ma l'atmosfera che ha ricreato ne "La pioggia del pineto" io riesco ad assaporarla, a coglierla e a sentirla mia. Sono sempre stata un animo decadentista, in fondo.
Il semaforo è diventato verde ed io ho proseguito, immersa in un'atmosfera tutta mia, fatta di casa, pioggia, pini, odore di mandorle e agrumi mentre aggiungo gli albumi montati al resto dell'impasto del parrozzo.
Neanche il tempo di parcheggiare ed era tutto chiaro nella mia testa :)
Il parrozzo è un dolce a base di semolino, mandorle, mandorle amare (io l'anno scorso me le sono fatte spedire, per preparare... indovinate cosa?), arancia e limone, cotto nello stampo a cupola e ricoperto di cioccolato fondente.
Io ho voluto trasferirli in un muffin, ad esclusione della copertura: l'idea di coprire un muffin e la sua bella cupoletta non mi piaceva, del resto è un muffin mica un cupcake :)
Ringrazio Francy per il suo splendido post su come fare un muffin "con tutti i crismi" :)
Per quel che mi riguarda, dopo che ripulivo la ciotola, mescolando il fondo dell'impasto, che fino a quel momento non avevo mescolato per evitare dei muffin gommosi, ho sentito il profumo del parrozzo e per un attimo mi sono ritrovata a casa, nella cucina di mamma. Quasi riuscivo a vedere le luci dell'albero riflettersi dalla sala sul vetro della porta.
Qui, se volete provare a sentire anche voi l'odore della pioggia nel pineto. Che ora è chiamata al femminile, "la pineta". Non so perchè, ma ammetto che preferisco immaginare la pineta al femminile :)
INGREDIENTI per 6 muffin
150 g farina
40 g di zucchero
10 g di zucchero vanigliato (ovvero conservato in un barattolo con delle stecche di vaniglia)
45 g mandorle dolci
5 g mandorle amare
1/4 di cucchiaino di bicarbonato
4 g lievito
un pizzico di sale
80 g latticello
50 g burro
1 uovo M
buccia di 1 limone
buccia di 1 arancia
Portare uovo e latticello a temperatura ambiente. Fondere il burro a bagnomaria o al microonde e farlo raffreddare.
Tritare le mandorle, lasciando qualche pezzettino. Con un rigalimoni ricavare la buccia di limone e arancio.
In una ciotola setacciare gli ingredienti secchi: farina, zucchero, sale, bicarbonato, lievito, mandorle e bucce degli agrumi. Mescolare bene con una forchetta, quindi creare un incavo al centro.
In una ciotola separata mescolare con cura i liquidi: latticello, uovo e burro. Versare il composto nell'incavo degli ingredienti secchi e mescolare con un cucchiaio non più di 10 volte: dovrà essere presente ancora qualche grumo. Versare nei pirottini, sistemati nella teglia da muffin.
Infornare nel forno preriscaldato a 190°, abbassando la temperatura a 180° appena inserita la teglia. Cuocere per circa 20/25 minuti (prova stecchino!), sfornare, lasciare 5 minuti nella teglia quindi sistemarli su ua griglia e farli raffreddare.
Con questa ricetta partecipo all'MTC di novembre
E così adesso so anche cos è il parrozzo!!!! Ma quante cose ci sono da imparare????!!! Come sono belli i ricordi quando sono legati a degli odori??? Mi sembra di esserci stata pure io in quella pineta...attraverso le tue parole
RispondiEliminaGrazie Valentina!! L'intento di questa sfida, oltre alla ricetta in sè, era proprio quello di suscitare, attraverso l'aggancio letterario, emozioni e ricordi magari sopiti o nascosti da qualche parte in fondo ai vostri cuori.
RispondiEliminaIl tuo post è la prova che con te il nostro intento è andato particolarmente a segno :-)
Tutto quello che è legato al Natale mi tocca particolarmente. Adoro questa festività con tutti i suoi riti, le sue tradizioni, le sue ricette così diverse di regione in regione.
Non conoscevo il parrozzo ma sono stata molto colpita dalle parole del D'Annunzio, quando dice che assapora in esso il Natale d'Infanzia. Non è proprio questo quello che cerchiamo ogni volta che assaggiamo qualcosa?
Muffins perfetti!
Grazie infinite e un grande abbraccio!
grande Valentina, un post toccante, da incorniciare!
RispondiEliminapotresti aprire una "parrozzeria" in germania... sai che successone ;))))
un abbraccio grande
Sono proprio belli i tuoi muffin, perfetti per lievitazione e consistenza...E che bella l'immagine delle foglie autunnali! Sono una delle mie più grandi fonti di ispirazione... :-)
RispondiEliminacon un pauroso ritardo, grazie a tutte :)
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